“La radio è fatta di persone”, Giovanni Nicastro ospite a Onda su Onda il festival delle radio libere

“La radio è fatta di persone”, Giovanni Nicastro ospite a Onda su Onda il festival delle radio libere

Festeggiare le radio libere italiane ricordando gli inizi e la loro evoluzione fino ad oggi, questo è l’intento della sesta edizione di “Onda su Onda Radio Libere Festival” che si svolge a Gallipoli dal 9 al 12 gennaio a cui partecipano tra collegamenti e interventi, speaker e addetti ai lavori di molte radio da tutta Italia.

Tra i tanti ospiti che hanno preso parte alle quattro giornate di dirette, anche il direttore artistico del nostro gruppo editoriale Giovanni Nicastro che si è raccontato ai microfoni di Onda su Onda ma non solo, ha parlato della trasformazione della radio e di come sia ancora un mezzo vivo e presente nel quotidiano di molte persone.

Il fascino senza tempo del mezzo radiofonico che ha saputo resistere e sopravvivere a passaggi importanti come la televisione e più recentemente internet, trasformandosi e spesso reinventandosi in base alle esigenze degli ascoltatori, come racconta Giovanni Nicastro nel suo libro “I Love Radio” citato ad apertura di incontro durante la diretta di Onda su Onda, un libro che parla anche della storia delle radio catanesi a cui Nicastro ha dedicato gran parte della sua vita continuando ancora oggi a lavorare con passione.

Ma in un’epoca così veloce in cui la musica è davvero alla portata di tutti, qual è il segreto per mantenere la radio viva, Giovanni Nicastro spiega il suo punto di vista al festival delle radio libere sostenendo che la vera forza sono i contenuti. “Siamo una radio di contenuti, sia io che Alex con cui condivido la direzione di Radio Studio Centrale da 5 anni siamo dei sostenitori di ciò. Oggi ci sono tantissime piattaforme musicali, ognuno può scegliere di farsi la propria playlist ovunque, quindi perché la radio dovrebbe continuare a esistere se fosse solo una ripetizione musicale, soprattutto se sei una mainstream, ci salviamo solo se abbiamo dei contenuti. Abbiamo costruito una radio con programmi che hanno lo stesso intento, il nostro claim è la Family Station Siciliana perché da la possibilità a tutti i componenti della famiglia di trovare il loro spazio e di seguirci in diversi momenti della giornata, ma ogni programma ha una sua mission e questo ci da l’opportunità di fidelizzare i nostri ascoltatori”.

Da 30 anni Giovanni Nicastro fa ballare i siciliani e non solo con il programma “Dance2Dance” che condivide con l’amico e collega Alex Spagnuolo ma insieme, com’è noto,  sono anche gli ideatori di un altro format molto amato “Buoni o Cattivi”: “Io e Alex lavoriamo insieme da tantissimi anni, tutti gli amici che vogliono ascoltarci su Radio Studio Centrale, possono farlo ogni weekend con "Dance2Dance" che ha raggiunto i trent’anni di età e poi ogni giorno siamo in onda dalle 14 alle 17 con “Buoni o Cattivi”.  Un programma a cui teniamo molto, totalmente di rottura le diamo di santa ragione, parliamo di tutto con un linguaggio da bar anzi da trattoria, se c’è da dire la brutta parola la diciamo, se c’è da offendere qualcuno che sbaglia lo facciamo ma senza giudicare e l’ascoltatore risponde in tempo reale. Tutto questo ha fatto di “Buoni o Cattivi” allo stato attuale secondo i dati, il programma radiofonico quotidiano più ascoltato in Sicilia, ciò per noi è motivo di grande orgoglio perché lo facciamo da dieci anni lavorando con dedizione e curandolo con dovizia di particolari costantemente”.

Nel corso dell’intervento, a conclusione, si è parlato anche dell’evoluzione digitale i nuovi strumenti che hanno permesso alle radio di essere più fruibili, ha affermato Nicastro: “Grazie all’App tu puoi scegliere di ascoltare la tua radio ovunque sei, noi abbiamo tantissimi siciliani che ci ascoltano in giro per il mondo e grazie a questo si sentono a casa. Quindi viva la radio di contenuti finché ci saranno la radio non morirà mai a differenza di quelli che dicono che ormai è un mezzo superato. Chi pensa che la radio sia solo un computer che suona sbaglia, la radio è fatta di persone”.

Agnese Maugeri

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