DeepSeek: L'intelligenza artificiale cinese che spaventa l'Occidente
Fino alla settimana scorsa nessuno conosceva l'AI DeepSeek e tutti erano convinti che il dominio su questo mercato fosse incontrastatamente americano. Poi, questa settimana il colpo di scena: una nuova intelligenza artificiale sviluppata in Cina, stava facendo scalpore, scalando le classifiche dell'App Store.
Ma da dove è scaturito tutto questo interesse così velocemente?
DeepSeek, diversamente dai competitor più blasonati (ChatGPT e Gemini per citarne alcuni), ha adottato politiche Open Source, “aprendo” il codice sorgente a tutti gli sviluppatori che avessero voluto aiutare a far crescere il progetto. Ed è grazie a questo immenso expertise, che si è riusciti a raggiungere un alto grado di tecnologia software, contenendo le spese. E di spese ridotte, si parla anche in termini di Hardware, in quanto, DeepSeek per il proprio funzionamento necessita di molte meno unità di elaborazione grafica dei cugini americani, solo 2.048 processori.
Nonostante questa “economicità”, allo stesso modo degli altri LLM (Large Language Models) più blasonati, l'AI Cinese, produceva immagini eccellenti, si basava su modelli linguistici avanzati ed era, cosa non da poco: totalmente gratuita per gli utilizzatori.
Inoltre, cosa più incredibile, il costo di addestramento era stato poco sopra i 5 milioni di dollari; bassissimo per il settore!
Non stupisce quindi che il suo rapido successo abbia portato alcuni Big del settore a perdere valore in borsa – Ad esempio Invidia, che ha subito il collasso peggiore di tutta la sua storia.
D'altronde: minori costi di sviluppo ed implementazione, si traducono in una maggiore facilità di diffusione. E la paura è stata grande tra i colossi che sull’AI avevano investito centinaia di milioni di dollari.
Ma l’ascesa di DeepSeek significa realmente la fine del vantaggio competitivo nel settore dei Big Tech americani?
La cosa non è così scontata. In quanto, recentemente parte delle battaglie tra America e Cina si sono spostate sulle tecnologie e sul digitale, vedi il blocco di TikTok in U.S.A. (successivamente sbloccato da Trump), così come i dazi imposti per limitare l'importazione di prodotti tecnologici dal Sol levante e le misure restrittive per l’esportazione verso i paesi Orientali non allineati, di componenti hardware come Chip Ai di ultima generazione.
E infatti, le autorità degli Stati Uniti hanno subito accusato Pechino di aver falsato il successo dell'azienda DeepSeek, generando finto hype online tramite account governativi e di aver avuto successo solo perché fossero stati utilizzati avanzati semiconduttori Americani, acquisiti di straforo tramite Taiwan.
L’operazione DeepSeek quindi è tutta un’azione del governo Cinese per distruggere l'immaginario tecnologico a stelle e strisce e arricchire la narrazione della competitività Orientale?
Non lo sapremo mai con certezza! Stranamente però, proprio quando DeepSeek era diventata l'App AI più scaricata online, l'azienda ha iniziato a subire ingenti attacchi Hacker che hanno mandato in crash il sistema e sono state trovate diverse falle riguardanti i dati sensibili.
Per tale motivo, in Italia è intervenuto secondo legge il Garante della Privacy, bloccando l'App online.
L'istituzione italiana sta cercando di capire se l'Ai utilizzi tecniche poco cristalline, quali il Web Scraping, per addestrare il software e se venga realmente rispettato il GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati). Per capire meglio la gestione della privacy e dei dati personali, sono state richieste diverse informazioni alla Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e alla Beijing DeepSeek Artificial Intelligence - le società che forniscono il servizio di Chatbot DeepSeek – quali: tipologia di dati raccolti, finalità, fonti, specificazione della base giuridica del trattamento e infine, informazioni riguardanti il salvataggio dei dati nei server e la collocazione di quest’ultimi, se internazionali o cinesi. Ricordiamo comunque, che non è la prima volta che avviene una cosa simile. Lo stesso successe a ChatGPT, che dopo il blocco e i chiarimenti, venne sanzionata per 15 milioni di euro.
Il marasma falle e dati però sembra essere stato superato, in quanto l'azienda ha dichiarato di aver risolto i problemi incrementando la sicurezza. Attendiamo ora risposte ufficiali verso il Garante.
Il boom dell’intelligenza artificiale cinese non è comunque rappresentato solo da Deepseek.
E’ stata da poco presentata Qwen2.5 VL, l'AI elaborata da Alibaba dotata di enormi potenzialità. Riesce a fare tutto ciò che fanno le altre intelligenze artificiali ed in più può controllare dispositivi come Pc e Smartphone, eseguire ricerche online, creare documenti e molto altro ancora.
Anche questa volta si tratta di un modello Open Source e siamo sicuri che si farà conoscere presto dal grande pubblico.
Concludendo, potremmo dire che l’ascesa di DeepSeek ha impartito in Silicon Valley una grande lezione: non è necessario avere Datacenter smisurati e miliardi di dollari di investimenti, per creare dei prodotti competitivi. Magari sarà presto per parlare di un definitivo crollo della supremazia americana nel settore, ma bisogna riconoscere che adesso non sono più i soli a progettare delle AI di alto livello ed è necessario quindi guardarsi intorno, superando i propri confini geografici.
Ciò che spiace è che l’Europa in tutto questo risulta “non pervenuta” e indietro tecnologicamente, non può che osservare passivamente la nuova guerra tecnologica globale in atto. Quella combattuta non da uomini ma da intelligenze sintetiche.