Quaresima: è diretto al "cuore" il messaggio di mons. Luigi Renna
“Dove c’è un cuore nuovo fiorisce la speranza”. questo il titolo del documento dell'Arcivescovo di Catania.
L'importanza del cuore in un mondo dominato dalla violenza e dall'istinto. E' incentrato su questo il messaggio dell'arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, inviato in occasione della Quaresima, momento di riflessione e di profonda riscoperta della fede.
“Tutto nasce dal cuore! Anche in questo tempo pervaso di attese e di timori per l’intelligenza artificiale, non possiamo fare a meno di ritornare all’importanza del cuore, che ovviamente non è semplicemente un organo del nostro corpo, ma il centro dei nostri desideri, dei nostri sentimenti, il luogo in cui prendono forma le nostre decisioni più importanti” - esordisce Renna nel messaggio dal titolo: “Dove c’è un cuore nuovo fiorisce la speranza”.
La Quaresima, spiega l’arcivescovo, è un dono del Signore che è paragonabile a una “terapia del cuore fatta di preghiera, di digiuno, di carità”.
Renna utilizza la metafora della malattia, per prevenire la quale bisogna agire, prendendoci cura della salute: "Se usassimo la stessa attenzione per prenderci cura non solo della salute del corpo ma anche del centro dei nostri pensieri, desideri, decisioni che simbolicamente chiamiamo ‘cuore’, allora esso non si indurirebbe, non si ‘infartuerebbe’, non soffrirebbe di una pressione troppo alta o troppo bassa, che squilibra le nostre relazioni”.
Renna parla dei “quanti cuori belli e capaci di amare incontriamo ogni giorno, in grado di battere all’unisono con gli altri nella vita di coppia, nella famiglia, per la città, per il mondo e per i poveri. Come deve essere stato grande il cuore di madre Teresa di Calcutta, quello di Giorgio La Pira, di Don Pino Puglisi, di Rosario Livatino!”
La Quaresima, ci ricorda il messaggio, è una “terapia del cuore fatta di preghiera, di digiuno, di carità”.
“La preghiera, in quest’Anno Santo, - scrive l’arcivescovo Renna - sia un esame del cuore che ci prepari ad una confessione generale per vivere il Giubileo. (…) Pregare sia un dialogo quotidiano con Cristo in cui gli apriamo il nostro cuore e gli chiediamo di trasformarlo da una aiuola abbandonata ad un giardino dove fiorisce la speranza”.
“Il digiuno, come terapia di un cuore nuovo, diventa in questo tempo – prosegue il messaggio - seria astensione da tutto ciò che ci riempie di violenza, di arroganza, di chiusura che alza barriere con tutti. A volte ci nutriamo di slogan, di parole e di modelli di vita che alimentano in noi questo stile di vita conflittuale, divisivo, sempre pronto a criticare e a calpestare l’altro”.
“La carità – scrive ancora monsignor Renna - nasce da un cuore che sa provare compassione, e quindi si china sulle sofferenze degli altri: invocare Dio come Padre nostro, ci porta per forza a chiamare gli altri fratelli”.
Il messaggio, infine, raccomanda due opere di carità. La prima: “Il miracolo sociale del rispetto per le persone che ci stanno accanto e per quel ‘noi-tutti’ che è la città: quanta violenza e arroganza nelle nostre strade! Non sembriamo un popolo di cristiani! Quanta necessità di quell’arte che è la pacatezza, il dialogo, la pazienza. Il più grande atto di carità è disarmarci! Via anche ogni compromesso con chi complotta contro il bene di tutti: con dolore apprendo che tante persone impegnate nella cosa pubblica vengono inquisite e arrestate per corruzione. In attesa che la giustizia faccia verità, supplico di lasciare perdere queste strade che attentano alla carità: quando sbaglia chi è responsabile della cosa pubblica, vengono ferite città intere”.