Venezia: il Carnevale non diverte più!
L'evento più celebre e amato in Europa, che si svolge con cadenza annuale nel capoluogo Veneto ha appena chiuso le porte. Il Carnevale di Venezia.
Le sue origini sono antichissime, si pensa infatti risalgano al 1094. Fu ideato per offrire momenti di svago anche ai ceti sociali più umili, grazie all'utilizzo di maschere e costumi che garantivano anonimato e uguaglianza sociale, seppur temporanea.
Il Carnevale di Venezia è considerato un “Carnevale atipico” proprio perchè mette in piazza costumi e maschere dei secoli scorsi, come il caratteristico personaggio di Arlecchino, il Medico della Peste, per non dimenticare la famosa Bàuta. Durante la celebrazione è forte la componente artigianale che rispetto ad altri eventi diffusi sul territorio Italiano si è persa del tutto, scegliendo di rappresentare qualcosa di più contemporaneo e moderno.
Tuttavia, da tempo l'evento è diventato una attrazione globale che attira folle enormi, sollevando preoccupazioni per il sovraffollamento e la sicurezza.
In verità, Venezia nonostante la sua indole di città d'arte particolarmente fragile e delicata, è sempre stata vittima di uno sfruttamento eccessivo del turismo di massa, ma le sfide che si trova ad affrontare durante contesti del genere sono colossali.
Per far fronte all'imponente flusso turistico, presente 365 giorni l'anno, trattandosi di una delle città più visitate d'Italia, da poco è stato introdotto un ticket a pagamento con lo scopo di contingentare il numero di visitatori.
Stupisce quindi che durante il Carnevale, uno dei momenti in cui la città si riempie di spettacoli, sfilate, parate in costume e feste, non siano state prese delle misure eccezionali adeguate.
E infatti, a pochi giorni dall'inizio dell'evento, è scoppiata una polemica legata alla circolazione su internet, di immagini di turisti ammassati a Rialto. Una folla talmente numerosa da non riuscire nemmeno a salire i gradini del ponte o poter muoversi.
Le immagini, hanno creato sgomento soprattutto per ragioni di sicurezza, in quanto la città, con le sue calli strette e le poche vie principali, senza la segnalazione di percorsi alternativi possibili, faceva concentrare la folla in dei colli di bottiglia privi di vie di fuga.
Purtroppo il problema del sovraffollamento non è isolato a Venezia, ma rappresenta una sfida crescente in molte città italiane. Si è verificato a Napoli, a Rimini, a Verona e recentemente anche a Roccaraso. E necessita di una risposta concreta, razionalizzata da un piano di sicurezza fattivo e site specific.
Nel frattempo aumenta la rabbia dei residenti che si sono sentiti, per l'ennesima volta, vittime della propria città, ostaggi del turismo incontrollato. Sopraffatti dal non potersi spostare a piedi per andare a trovare i propri cari o recarsi al lavoro.
Per non parlare dell'incuria del dopo festa. Spazzatura lasciata ovunque nelle calli e sui ponti; residui di bicchieri di plastica, bottiglie di vetro, cartacce, avanzi di cibo, coriandoli. E qualunque tipo di deiezione prodotta dalla gente ubriaca: rigurgito, urina, o peggio...
Venezia è una città museo da proteggere, non Disneyland. E' diventata un luogo in cui non si riesce più a vivere. Paradossalmente, nel periodo in cui la città è più vitale, i pochi residenti rimasti scappano. Il carnevale è l'evento dei veneziani meno piacevole per i veneziani. Un parco tematico per visitatori internazionali. Tant'è che Il turismo estero è costantemente in crescita: soprattutto francese, con il 18,7% delle presenze, seguito dal 12,7% degli spagnoli e dal 10,8% dei britannici.
Non stupisce quindi che con l'avvento del turismo di massa e di questo genere di eventi, un numero considerevole di residenti trasforma casa per creare delle strutture turistiche e trasferirsi altrove, portando allo scoperto molteplici casi di abusivismo turistico, con strutture ricettive non in regola.
Senza una chiara visione di sviluppo sostenibile, il futuro di Venezia appare incerto, e si discute la possibilità di introdurre un sistema di prenotazioni anche per gli eventi nel tentativo di preservare la città e il suo fragile tessuto sociale. Continuando la strada del non intervento, della città non resterà che un hotel diffuso, un non luogo destinato unicamente al turismo di massa!