Fondi PNRR nei Borghi di Sicilia
Buone notizie per alcuni borghi siciliani. Arriveranno 44 milioni di euro dall'Europa, esattamente dal fondo PNRR. Si tratta dell'investimento "Attrattività dei borghi" e coinvolgerà circa 36 borghi, attraverso 25 progetti.
Questi fondi saranno investiti per la riqualificazione del patrimonio culturale, attraverso il restauro di edifici storici; il miglioramento di spazi pubblici; il sostegno alle attività culturali e la creazione di spazi per eventi, mostre, festival e altro. Inoltre, si promuoverà il turismo sostenibile attraverso lo sviluppo di itinerari, punti informativi, la promozione di alberghi diffusi e la realizzazione di centri di aggregazione, spazi per il co-working e per l'inclusione sociale.
I protagonisti di questa manovra sono dei borghi storici con popolazione residente inferiore ai 5.000 abitanti. L'obiettivo è quello di rivitalizzarli, rendendoli luoghi più attrattivi per i residenti e i turisti, contrastando lo spopolamento delle aree rurali.
Riusciranno i 36 comuni, e i relativi sindaci, ad utilizzare i fondi correttamente, progettando tutto entro giugno 2026? Ma soprattutto, riusciranno a mantenere ciò che verrà creato? Cosa succederà quando i soldi si esauriranno e le comunità saranno nuovamente lasciate sole? Il PNRR da solo non basta e sarà importante il ruolo della regione e dei ministeri per poter supportare queste piccole realtà locali, aiutandole nella valorizzazione dei propri territori.
I borghi finanziati sono: Alcara Li Fusi, con aggregato San Marco d'Alunzio, Santa Lucia del Mela, Bivona, San Mauro Castelverde, Castel di Lucio, Sant'Angelo Muxaro, con aggregati Joppolo Giancaxio e Santa Elisabetta, Buscemi, Casalvecchio, con aggregati Antillo e Limina, Ustica, Polizzi Generosa, Gratteri, Tusa, Santo Stefano Quisquina, San Biagio Platani, Assoro, Ventimiglia di Sicilia, Ciminna, Novara di Sicilia, Rocca Valdina, Villa Frati, Ucria, Poggio Reale, Isnello, Tripi e Bisacquino.
Imperativo sarà fare rete. Infatti, verranno inseriti in una piattaforma in cui potranno condividere le buone pratiche e pubblicizzare le singole iniziative, al fine di riuscire a connettersi ad un livello più profondo.
Ciò che preoccupa però è la gestione pratica di questi fondi. Difatti, all'interno della nostra regione, i fondi del PNRR non sono stati mai sfruttati adeguatamente. Le rappresentanze locali in difetto hanno dato la colpa alla gestione Italica, che ha anticipato solamente una piccola parte delle cospicue somme che dovevano essere consegnate, creando problemi riguardo la prosecuzione o addirittura l'inizio di alcuni lavori. Infatti molti comuni, per poter portare a termine alcuni progetti, hanno dovuto anticipare di tasca propria gran parte delle somme e non tutti erano in grado farlo. Dall'altra parte però, le istituzioni nazionali ed europee, hanno invece più volte accusato una cattiva gestione delle risorse.
L'unica verità incontrastabile, è che la regione Sicilia, all'inizio del 2025, ha speso soltanto il 13% dei fondi del PNRR riguardanti progetti già approvati. E si è classificata in penultima posizione, insieme alla Valle d'Aosta, per utilizzo delle risorse. Ritardi infiniti, burocrazia interminabile, opere bloccate, tempistiche indefinite. E come sempre a farne le spese sono stati i cittadini.
La paura è che entro la fine del 2027, termine ultimo per la consegna di circa 20.000 progetti, ne vedremo conclusi molti meno della metà.
Non stupisce quindi che il Codacons, abbia recentemente chiesto un rigoroso controllo sulla gestione delle risorse e una revisione delle priorità affinché i fondi vengano impegnati in modo concreto, senza spese accessorie prive di motivazioni. Chiedendo inoltre di prendere provvedimenti immediati, laddove vi è il rischio che una parte dei finanziamenti non venga utilizzata entro le scadenze.
Recentemente, anche il Presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha convocato d'urgenza assessori e dirigenti generali dei dipartimenti coinvolti nell'attuazione degli interventi finanziati dal PNRR e dal PNC, il Piano Nazionale Complementare, affrontando tutte le criticità nell'attuazione dei progetti e definendo le misure per il rispetto dei cronoprogrammi.
Ciò che è emerso è stato un quadro preoccupante: ritardi, disallineamenti contabili e difficoltà significative nel raggiungimento dei target previsti per l'anno. Un incontro questo, teso a scongiurare il sempre più concreto rischio della perdita dei finanziamenti, che ha portato ad un prolungamento di sei mesi del termine per impegnare i soldi dei fondi di progettazione della Regione.
Che dire? Aldilà della conferma dell'incompetenza della nostra classe politico dirigenziale, noi speriamo in bene. E dato che attualmente la speranza è l'unica cosa rimasta, ci prepariamo anche all'invocazione del miracolo.