Quanto vale una vita?
Giovani che uccidono altri giovani, padri che uccidono figli, uomini che uccidono donne, madri che uccidono bambini, bombe e droni “intelligenti” che devastano senza distinzione alcuna…questo è lo scenario che oggi si presenta davanti ai nostri occhi. Ma sorge spontanea una domanda: quanto vale una vita? Non sono riuscita a dare una risposta e forse non c’è nemmeno una risposta adeguata per dare un “senso” ai fatti che accadono intorno a noi e che nulla hanno a che fare con il senso al quale noi vorremmo riferirli. Il senso, quello che era preceduto dall’aggettivo” buon”, è sparito dal nostro vocabolario e dalle nostre vite perché non esercitiamo più il diritto- dovere di riflettere prima di agire. Oggi più di ieri, più di sempre quanto vale una vita? Che valore rappresenta per il genere umano che tenta di vivere in un mondo retto da forze annientatrici e distruttive. Ma è veramente un valore la vita? Forse per tanti uomini e donne frustati e fragili non lo è più, così come non lo è per tanti giovani persi e spenti in questa pseudo umanità che è stata distrutta nelle sue fondamenta migliori, nell’espressione più alta da tutto ciò che ci ha trasformato in macchine pensanti, avvolte in routine quotidiane fredde e senza emozioni, immerse in realtà finte nelle quali non esistono regole né limiti. Quanto vale una vita? Me bisogna chiederselo ogni giorno quando si ascoltano i fatti di cronaca e si leggono notizie terribili, quando usciamo per strada ed incontriamo gli occhi spenti di tanti ragazzi soli, quando ci imbattiamo nell’ignoranza di uomini e donne lasciati volutamente nell’indigenza e nella solitudine sociale da chi li vuole così per poterli manipolare e controllare. Da cosa dipende questa follia “collettiva” che antepone la morte alla vita, che predilige la violenza al confronto, che ritiene più utile sopraffare piuttosto che condividere? Non sappiamo darci risposte. Siamo solo indignati dalla povertà valoriale dei genitori di una società nella quale conta più l’apparire che l’essere. Siamo disgustati dall’egoismo imperante e dall’indifferenza di adulti patetici che fingono di avere “a cuore” i loro figli ed i giovani dolo quando devono mostrare il loro “giustificato diritto di esercitare la patria potestà” per difenderli da chi, forse, sta cercando invece di aiutarli. Sentono il bisogno di mettersi a posto la coscienza e per giustificare la loro genitorialità finta, basata solo sulla soddisfazione di bisogni materiali, recitano la parte degli adulti di riferimento. Alla relazione umana ed affettiva viene dedicato sempre meno tempo, solo le briciole che scandiscono giornate sempre uguali, tendenti al raggiungimento di obiettivi apparentemente necessari. Ma necessari a chi ed a che cosa? I bambini, i giovani nel corso della loro crescita hanno bisogno di esempi, di affetto e di regole. Cercano di riferirsi a qualcuno che, per dettato costituzionale dovrebbe avere chiaro l’adempimento dell’azione genitoriale ed in assenza di questo, del legame affettivo e d’amore che unisce un figlio ai propri genitori e viceversa. Educare, formare, tutelare, sostenere, correggere ed orientare i figli vuol dire sviluppare in loro il senso valoriale della vita, della condivisione e della relazione positiva, dell’autonomia basata sullo spirito critico e sulla libertà di pensiero. Abbiamo perso di vista ogni vero senso ed ogni traguardo di concreta realizzazione della persona, dimenticandoci della dignità di cui tutti dovremmo essere portatori” sani”. Anteporre ai sogni le ambizioni malsane ed opportunistiche del “ad ogni costo” è diventato lo stile d’azione praticato da tutti e ad ogni livello sociale e culturale. Nulla ci fa presagire che lo stato delle cose migliorerà e quindi è arrivato il momento di riappropriarci della nostra Umanità, quella retta da buone azioni, quella solidale che ci aiuta a stare insieme e che appiana le divergenze con il dialogo. Quell’umanità che ormai sembra morta per sempre forse potrebbe risorgere a condizione che tutti riprendiamo a credere nella vita e ad agire secondo questa prospettiva comune. Esiste ancora in ogni essere umano una reale possibilità di recuperare la parte migliore di ognuno di noi, quella che ha permesso alla storia di riscrivere alcune pagine tristi con altre intrise di gioia e di traguardi incredibili. Ci sono altri capitoli da scrivere e dovranno essere ricolme di umanità e di pace se vogliamo insieme ritrovare il senso del valore della vita. Non possiamo più perdere tempo. Per molti la vita vale: è un dono, un miracolo d’amore che necessita di essere alimentato e protetto e noi abbiamo il dovere ed il diritto di farlo sempre e comunque, nonostante tutto.