Squid Game colpisce ancora
Attenzione: il seguente articolo contiene Spoiler sulla terza serie di Squid Game.
Squid Game ha fatto nuovamente storia. La stagione 3 ha totalizzato 60,1 milioni di spettatori in soli tre giorni e i numeri continuano a crescere.
Un risultato incredibile che ha fatto entrare anche la terza serie, nella top 10 globale dei titoli più popolari di sempre. Su netflix, si è osservato anche un massiccio rewatching delle stagioni precedenti.
Per quanto riguarda i giudizi del pubblico, si è avuto un forte contrasto tra la valutazione della critica e quella del pubblico. Per gli utenti questa è stata la stagione meno apprezzata della trilogia, contrariamente ai critici che l'hanno invece accolta molto positivamente.
Attualmente non si sa per certo se il creatore Hwang Dong-hyuk continuerà a portare avanti la serie tramite degli spin off ambientati in universi narrativi differenti. Con questi numeri da capogiro, rumors sostengono che un adattamento internazionale sembra essere sempre più plausibile. D'altronde, con la chiusura della saga coreana e la morte del protagonista Seong Gi-hun, se vuole continuare, la serie ha necessità di raccontare nuove storie.
L'introduzione di Cate blanchett come agente di reclutamento giocatori, nel finale dell'ultima puntata, sposta i giochi a Los Angeles e ha portato in molti a pensare ad uno spin off americano in lavorazione.
In realtà è da molto tempo che si parla di una versione USA della serie con David Fincher alla regia. Ciònonostante il creatore di Squid Game ha recentemente spiegato che la scena non era stata inserita per introdurre un nuovo sviluppo, quanto per mostrare un'immagine di impatto, che mostrasse come anche se un sistema collassa, ne spunterà sempre un altro per sostituirlo.
Riguardo la morte del protagonista, che ha lasciato l'amaro in bocca ai fan, il regista ha raccontato: "Quando stavo progettando le stagioni 2 e 3 non avevo intenzione di far morire Gi-hun. L'idea che avevo in mente era che sarebbe tornato a vedere sua figlia; ma mentre scrivevo, guardando ciò che accadeva nel mondo, mi sembrava incoerente e sentivo che, un finale più giusto, sarebbe stato vederlo sacrificarsi per le generazioni future. La presenza centrale di una nuova vita nella storia, non è lì per essere messa in pericolo, ma è un simbolo che rappresenta il futuro, la nostra coscienza, ciò che dobbiamo proteggere anche a costo di sacrificarci".
D'altronde anche le ultime parole di Gi-hun, in un discorso che rimane incompleto, vogliono in qualche modo rivolgere una domanda al pubblico: se l'uomo è un organismo complesso in cui bontà e speranza convivono con avidità ed egoismo, cos'è che rende questi equilibri precari?
Se Gi-hun, e oltre lui pochi altri, conferma il suo archetipo morale di uomo dall'etica incorrottibile, quasi utopica, che combatte il male fino alla fine, addirittura arrivando a sacrificarsi senza lasciarsi mai corrompere. Il resto dei giocatori è schiavo di un sistema meschino ed oltremodo aberrante, e non riescono a vedere oltre.
Una critica all'attuale capitalismo liberale, che ci accompagna sin dalla prima serie. I poveri sono tutti degli schiavi moderni, soppressi da un bisogno innaturale di soldi che non trova mai un limite se non nell'ingordigia del possesso smisurato.